Nel corso degli ultimi anni, una nuova sensibilità si è venuta diffondendo per ciò che riguarda la tutela dei beni culturali e dell'ambiente. E' probabilmente superfluo sottolineare quanti e quali importanti risvolti una simile evoluzione porti con sé per un Paese come l'Italia. Si può convenire, infatti, sull'incertezza delle statistiche che, non è ben chiaro alla luce di quali parametri, ora assegnano al nostro Paese la grande maggioranza delle opere d'arte nel mondo, ora revocano in dubbio tale dato. Si può anche criticamente riflettere su quanto del "giardino d'Europa", definizione ereditata dalla letteratura, sia sopravvissuto ad una cultura della legalità che ha mostrato non poche tensioni e carenze. Ciò che tuttavia appare chiaro a chiunque, tra i mille luoghi di storia, arte e cultura di cui il nostro Paese, la nostra Patria, è indiscutibilmente ricca, è che tale straordinario contesto costituisce fattore di forte identità e immagine del nostro popolo. Se ciò è vero, o almeno sempre più vero, "il bene" costituito dalla cultura e dall'ambiente si afferma evidentemente come risorsa strategica del sistema-Paese, che muove i primi passi per il consolidamento di una vera e propria "economia della cultura".
Ogni attentato a questo unico e pregevole intreccio di cultura e bellezza si configura dunque, sia esso un atto di quotidiano dispregio ovvero il gesto più eclatante e significativo, come un attacco a valori fondamentali e profondi della nostra comunità.
Assunto compreso, purtroppo, anche da terroristi e mafiosi, come nella forma più odiosa gli attentati del 1993 a Firenze e a Roma hanno lasciato chiaramente intendere.
Come bene ci racconta Roberto CONFORTI, nell'
intervista che apre questo numero diciassette, le minacce che vengono portate a questa risorsa sono quotidiane e numerose ed è pertanto molto intensa l'azione di contrasto, di cui l'intelligence è parte. Temi di grande rilevanza ripresi da Edo RONCHI, a lungo Ministro dell'Ambiente nella corrente Legislatura, in un suo
contributo per la Rivista esaustivo e convincente. Per Aspera ad Veritatem offre anche ai suoi lettori, in parte III, alcuni strumenti normativi nazionali e sovranazionali utili ad una comprensione più ampia dell'impatto delle diverse questioni sul piano giuridico, e soprattutto la segnalazione, in parte V, di alcuni volumi che ci sembrano particolarmente significativi in proposito.
Intanto l'ampia
intervista ad Ernesto GALLI DELLA LOGGIA, che al tema dell'identità italiana ha legato un pregevole ed accurato lavoro, sui cui argomenti torna con riflessioni nuove e puntuali.
Poi il
libro di Federico ZERI, che ha visitato il medesimo percorso identitario attraverso la storia dell'arte, pittorica in particolare, per concludere infine con la recentissima
opera di IANNIZZOTTO su beni culturali e criminalità organizzata.
Ma altri temi di assoluto rilievo occupano questo numero della Rivista con il contributo di prestigiosi interlocutori.
In primo luogo, ci piace segnalare il
Forum su riciclaggio e usura. Si tratta di questioni importanti, in molti modi connesse, per le quali rilevante è stato l'impegno del Parlamento e in generale l'azione di contrasto nel periodo più recente, e sulle quali è bene non si affievolisca la soglia dell'attenzione anche per comprendere i modi nuovi attraverso i quali tali fenomenologie criminali si trasformano e si mimetizzano.
C'è poi la consueta finestra sulle problematiche internazionali, affidata in questo volume alle firme di
Fabio MINI,
Alessandro POLITI e
Sergio ROMANO, che si occupano, rispettivamente, di un amplissimo scenario che va dall'oriente, all'area mediterranea, ai Balcani.
Per ciò che concerne la documentazione d'interesse, segnaliamo gli importanti documenti del Parlamento, pubblicati in parte II.
La parte relativa ai Servizi di informazione e sicurezza di altri Paesi, è dedicata in questo numero alla giovane
Repubblica estone. Si tratta di un'organizzazione per la sicurezza che vede convivere compiti d'intelligence e di law enforcement all'interno della stessa struttura, come del resto in diversi altri Paesi dell'area baltica.
La sezione dedicata alla normativa e alla giurisprudenza è completata dalla pubblicazione di una recentissima
legge francese, la quale, sotto forma di autorità indipendente, ha istituito una Commissione nazionale per il controllo della deontologia della sicurezza. Un'idea nuova, sulla quale è bene riflettere, anche in tutti quegli ordinamenti, come il nostro, impegnati a trovare soluzioni per un controllo efficace che salvaguardi le esigenze di riservatezza. La
sentenza della Gran Bretagna, che segue, si sofferma sul tema della national security ed assume significativo rilievo per il dibattito forte che si sta sviluppando in quel Paese a seguito dell'adozione del Human Rights Act e la correlata necessità di modifica di molte disposizioni in materia di sicurezza (Regulation of investigatory powers Bill, pubblicato in stralcio nello scorso numero;
Terrorism Bill, che sarà pubblicato - sempre in stralcio - sul prossimo numero 18).
Altri testi veramente interessanti sono presentati in parte V. Oltre a quelli già richiamati, si segnala il lavoro di Leonardo SCIASCIA sulla
scomparsa misteriosa di Ettore MAJORANA. In una fase in cui grande spazio trovano le tematiche della globalizzazione e, tra queste, quelle legate alle nuove frontiere della scienza, l'idea del grande scrittore siciliano di un conflitto morale, quello tra una scienza potenzialmente distruttiva e un'etica forse smarrita, che può sciogliere l'enigma della scomparsa del più geniale tra i "ragazzi" di via Panisperna, è terreno fertile di riflessioni sempre attuali.
In conclusione, come sempre, le
curiosità storiche, tratte questa volta dalla Sacra Bibbia, in particolare da un episodio che è molto conosciuto nella millenaria tradizione e tuttavia leggibile come un'operazione di intelligence ante litteram.